IL GIGANTE CON I PIEDI D'ARGILLA
IL GIGANTE CON I PIEDI D'ARGILLA
Cercando il tuo passato
mi perderei nella notte dei tempi
ne voglio essere profeta
di quale sarà il tuo domani,
perciò mi soffermo, o Civita,
a contemplare il tuo presente e
il mio pensiero è questo:
“Son cresciuto nella vallata
che tu, regina senza età, maestosa
sovrasti e per anni hai difeso
i miei giochi, cullato i miei
sogni . . . . . e ti vedevo
inespugnabile fortezza, dimora
divina, covo d’ogni mia
perduta speme . . . . .
Ma il tempo passa in fretta
e mi ritrovo già maturo
a passeggiar per le tue vie
solitarie, sperduto in altrettanto
solitario pensiero o mi rivedo
nei caldi pomeriggi ad esser
cicerone e guida di graziose
fanciulle
e quante volte le tue mura han fatto
eco alla Banda del paese nella quale
son partecipe. . . . .”
Mi trovavo in questi giorni
ad osservare i lenti fossi
che, uno a destra e uno a manca,
scorrono ai tuoi piedi
logorando voraci ogni tuo
sostegno quasi che l’acqua,
non contenta di ammirarti
nei pochi attimi che passa, in
ogni suo gorgheggio portasse via
un ricordo!
Ma più che il tempo
chi veramente ti logora
è la “burocrazia!”
L’uomo infatti egoista e
fanatico che non conosce neanche
i propri giorni, vuol essere
padrone del tuo natural destino;
purtroppo se l’uomo (falso adulatore)
da una parte sostiene, la natura, ahimè,
dall’altra ti abbandona . . . . .
Cosa ti hanno fatto,
o Civita?!
Hanno saputo ribaltare
la tua sorte ed ora non più
matrigna di romantiche serate, non più
sospirata meta dei tuoi ammiratori
ma inerme cavia di tanti curiosi
realmente ti vedo “ Il paese che muore!”
Si, hai ragione tu, nulla è eterno
in questo mondo, eppur ti dico:
chissà quante generazioni ancora
potranno ammirare IL GIGANTE CON I PIEDI
D’ARGILLA!?
POETA
FRANCO BERLUCCA