Museo Taruffi

Il museo Taruffi è stato allestito nel 2002 nell'edificio ex mattatoio comunale sito in via Fidanza 55, l’associazione Piero Taruffi offre un interessante itinerario che testimonia il progresso tecnico in campo motoristico. All'interno è possibile ammirare la mostra permanente dal titolo: IL BISILURO AI RAGGI X – Anatomia di un bolide”

Piero Taruffi

Eccellente pilota, recordman, collaudatore e progettista, il suo palmarès è talmente vasto da poter essere confrontato solamente con quello dei più grandi piloti di tutti i tempi. Taruffi si aggiudicò moltissime e prestigiose gare di automobilismo e motociclismo sportivo. Oltre ad aver conquistato diversi record mondiali di velocità, ha progettato importanti innovazioni tecniche e contribuito allo sviluppo di svariati prototipi, tra i quali la celeberrima Rondine, considerata la prima motocicletta dell'era moderna.

Pur ritenendosi maggiormente portato verso le corse in moto, Taruffi è riuscito a conquistare la vittoria nelle tre più importanti gare mondiali automobilistiche su tracciato stradale: la Targa Florio nel 1952, la Carrera Panamericana nel 1951 e la Mille Miglia nel 1957. Fu secondo nella Coppa d'Oro delle Dolomiti del 1953. Con la Mille Miglia a cinquant'anni si ritirò dalle corse.

Nella Carrera Panamericana del 1951 la stampa messicana gli affibbiò il soprannome di El zorro plateado (La volpe argentata), per la precoce canizie e per lo stile di guida mai irruente e sempre teso a sfruttare ogni potenzialità del mezzo meccanico.

Nell'ottobre del 2006 è stato dedicato a Taruffi l'Autodromo di Vallelunga, da lui progettato nel 1950.

Taruffi iniziò nella prima metà degli anni venti con la vittoria nel campionato italiano universitario di sci, e un 4º posto in quello francese. Nel 1928 fece parte della squadra di canottaggio che conquistò il titolo europeo nella specialità "otto con".

La grande passione di Taruffi fu però il motore. Da adolescente nel 1923 aveva vinto la gara automobilistica Roma-Viterbo, vincendola, con la Fiat 501 del padre Pompeo, noto chirurgo romano, che vedeva di buon occhio l'entusiasmo sportivo del figlio, purché andasse di pari passo con gli studi.

Avuta in regalo una AJS 350, la truccò e partecipò alla stagione del 1925, conquistando la vittoria nella classe 350 sul circuito di Monte Mario, all'epoca importante gara locale di velocità in salita. Si iscrisse poi al Gran Premio di Roma, nel quale fu costretto al ritiro.

cit.Wikipedia

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